Trasumanare

"Trasumanar significar per verba non si porìa; però l’essemplo basti a cui esperienza grazia serba" (Divina Commedia, Par I, 70-73)


Scirocco

Non so più da quanti giorni questo scirocco arrabbiato stia picchiando sul nostro umore e sulla nostra tenuta nervosa. Chi volesse sperimentare il reale significato della parola “sciroccato” faccia pure un salto da noi, sull’isola.
Eppure quasi non si riesce a staccare lo sguardo da questo spettacolo straordinario, che sa di Conrad e di Melville, di Sindbad e di Long John Silver.

I suoni, i colori e gli odori di queste sciroccate mi riportano all’infanzia, quando in giornate così, in paese il mare si prendeva tutto ciò che poteva: prima la banchina, poi la strada, fino a lambire le case; il vento si portava via tutto il resto, abitanti compresi. Tutto si impastava di mare, umidità e salsedine, tranne le parole, perché in giorni così c’era davvero poco da dire.

Vien su dal cuore un bel “Ma che ne sapete voi di città, voi di pianura, voi di montagna, di lago e di campagna; che ne sapete dell’isola, di questo mare e di questo vento, della loro nostalgia, della loro paura, della loro verità, delle loro bugie, delle loro speranze. Che ne sapete voi della loro fede…”

E invece anche voi lo sapete, perché anche se non avete questo mare e questo vento, avete certamente anche voi qualcosa che vi fa pensare a Dio, all’eternità, all’infinito e che vi strugge il cuore con il suo richiamo, che vi “scirocca” di nostalgia, di ricordi, di infanzia e di famiglia. Può essere qualsiasi cosa: persino quel pezzo di muro squallido e sporco di una squallida e sporca periferia di città può essere strumento della Provvidenza per attirare il nostro cuore assetato di verità e di senso.

Marciapiedi sbrecciati e luridi possono farci piangere di sincera commozione, portoni tarlati e macerie ci faranno tremare di gioia e gratitudine.
Potremmo diventare saggi come profeti e coraggiosi come cavalieri dinanzi a un semplice fiore di campo o a un piccolo sasso levigato solo perché, grazie a queste cose che abbiamo conosciuto e amato un tempo lontanissimo, ci riscopriamo oggi eterni, guardati, custoditi, amati.

Io non so più da quanti giorni questo scirocco arrabbiato stia picchiando sul mio cuore assetato, ma so che anche quando tornerà la calma e il sereno, io non smetterò di avere nostalgia di Dio perché Lui, nei mille modi che la Sua saggezza Gli ispirerà, non smetterà di soffiare nel mio cuore il vento della sua presenza. Così sia.



3 risposte a “Scirocco”

  1. “… so che anche quando tornerà la calma e il sereno, io non smetterò di avere nostalgia di Dio perché Lui, nei mille modi che la Sua saggezza Gli ispirerà, non smetterà di soffiare nel mio cuore il vento della sua presenza. Così sia.”
    Vivo anche io su di un isola, conosco lo scirocco, l’odore del mare, la salsedine, l’umidità … il senso di soffocamento che porta il vento caldo, che ti riduce “sciroccato”. Oggi, anche qui ha spirato un po’ di vento caldo, non proprio scirocco, ma quasi. Non amo il periodo caldo, lo sopporto, lo accetto offrendo questo supplizio, dicendo ogni volta che sono nata nel posto sbaglio del globo terrestre. Ma poi mi rivolgo a Lui, e gli domando sempre scusa. Se sono qui, in questo posto, in questo luogo, delle volte inospitale, asfissiante e soffocante (non solo per il clima, ma per vicende vissute e in corso), c’è un motivo, un progetto che ancora devo comprendere, anche se ormai ho diversi decenni sulle spalle, e la strada si fa sempre più breve, la luce non ha ancora schiarito le ombre del mio vissuto. Ma anche io, ho sempre nostalgia di Dio, ho sempre nostalgia della Sua presenza, del Suo Amore e, sopratutto, della Sua Misericordia di cui ho tanto bisogno.
    Fratello in Cristo, anche questa volta, sei stato portatore di riflessione e ti ringrazio, ringrazio anche Dio, di averti posto lungo il cammino, di aver soffiato ancora questo vento di scirocco.
    Sempre in unione di preghiera

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  2. Grazie davvero. Dio ti benedica 🙏🏻

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  3. La nostalgia di Dio…è quello che sento nel cuore pure io. Penso che tutti la sentano ma molti non sanno, o hanno paura, a dargli il nome.

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CHI SONO

Paolo Pomata
Delegato del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino per il Centro Italia e la Sardegna. Specializzato in Studi sindonici presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.

I miei post sulla Sindone sono reperibili sul blog: sindonicaimago.wordpress.com

Su questo blog pensieri minimi di un cristiano qualunque che ha avuto la grazia, nel dolore, di incontrare Cristo, scoprendo che:
“Dio l’ha sempre saputo che il mio tempio era un castello di carte. L’unico modo per far sì che lo capissi anch’io era di buttarlo giù”
(C.S.Lewis, Diario di un dolore)

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