Non so più da quanti giorni questo scirocco arrabbiato stia picchiando sul nostro umore e sulla nostra tenuta nervosa. Chi volesse sperimentare il reale significato della parola “sciroccato” faccia pure un salto da noi, sull’isola.
Eppure quasi non si riesce a staccare lo sguardo da questo spettacolo straordinario, che sa di Conrad e di Melville, di Sindbad e di Long John Silver.
I suoni, i colori e gli odori di queste sciroccate mi riportano all’infanzia, quando in giornate così, in paese il mare si prendeva tutto ciò che poteva: prima la banchina, poi la strada, fino a lambire le case; il vento si portava via tutto il resto, abitanti compresi. Tutto si impastava di mare, umidità e salsedine, tranne le parole, perché in giorni così c’era davvero poco da dire.
Vien su dal cuore un bel “Ma che ne sapete voi di città, voi di pianura, voi di montagna, di lago e di campagna; che ne sapete dell’isola, di questo mare e di questo vento, della loro nostalgia, della loro paura, della loro verità, delle loro bugie, delle loro speranze. Che ne sapete voi della loro fede…”
E invece anche voi lo sapete, perché anche se non avete questo mare e questo vento, avete certamente anche voi qualcosa che vi fa pensare a Dio, all’eternità, all’infinito e che vi strugge il cuore con il suo richiamo, che vi “scirocca” di nostalgia, di ricordi, di infanzia e di famiglia. Può essere qualsiasi cosa: persino quel pezzo di muro squallido e sporco di una squallida e sporca periferia di città può essere strumento della Provvidenza per attirare il nostro cuore assetato di verità e di senso.
Marciapiedi sbrecciati e luridi possono farci piangere di sincera commozione, portoni tarlati e macerie ci faranno tremare di gioia e gratitudine.
Potremmo diventare saggi come profeti e coraggiosi come cavalieri dinanzi a un semplice fiore di campo o a un piccolo sasso levigato solo perché, grazie a queste cose che abbiamo conosciuto e amato un tempo lontanissimo, ci riscopriamo oggi eterni, guardati, custoditi, amati.
Io non so più da quanti giorni questo scirocco arrabbiato stia picchiando sul mio cuore assetato, ma so che anche quando tornerà la calma e il sereno, io non smetterò di avere nostalgia di Dio perché Lui, nei mille modi che la Sua saggezza Gli ispirerà, non smetterà di soffiare nel mio cuore il vento della sua presenza. Così sia.
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